Un tripletta per convincere tutti definitivamente. Affare fatto per il Milan. Quando si dice colpo memorabile …
Prima li chiamavano osservatori ora scout ma la sostanza non cambia. Tutti i club ne hanno numerosi. Il loro compito è semplice e, al contempo, decisivo. Vedere le partite, analizzare le prestazioni dei calciatori coinvolti e indicare ai dirigenti quelli che sono da prendere.

E’ esattamente quello che ha fatto Italo Galbiati, la sera del 5 novembre 1997. Il Milan lo aveva inviato al Camp Nou di Barcellona per il match di Champions League tra i padroni di casa e una squadra emergente e ricca di talenti, la Dinamo Kiev allenata da Valery Lobanovski. Non è da tutti vincere in casa del Barcellona in una sfida europea, pensata a farlo per 0-4 con i 90.000 spettatori catalani ammutoliti per quanto visto in campo.
Un’impresa memorabile quella degli ucraini, vincitori grazie alla tripletta di un giocatore che Galbiati descrisse così nella sua relazione per Galliani e Braida: “Giocatore fortissimo fisicamente, veloce, rapido nel dribbling. È in possesso di fantasia, calcia bene con entrambi i piedi, fa gol, forte nel gioco di testa. Gioca su tutto il fronte d’attacco, sa chiamare la profondità come pochi giocatori. Considerando la sua giovane età sono rimasto impressionato per la sua facilità di gioco. È un giocatore emergente”. Poi la chiosa che dice tutto: “Superfluo aggiungere altro: E’ DA MILAN.”
Dalla tripletta ai trionfi: che acquisto per il Milan
Avrete già intuito chi è il giocatore descritto da Galbiati. Ovviamente, Andrij Shevchenko. La tripletta al Camp Nou ha definitivamente convinto il Milan sulle qualità dell’attaccante ucraino che, all’epoca, aveva 21 anni. Inseguito da altri top club europei, Shevchenko divenne un nuovo giocatore del Milan dopo un blitz a Kiev di Galliani e Braida.

I due – questo l’aneddoto racconto da Gianluca Galliani, figlio dell’ex a.d. rossonero – assistettero a una partita della Dinamo Kiev nella quale Shevchenko non brillò a differenza del suo compagno di squadra e “gemello” Sergeij Rebrov. La prestazione di quest’ultimo impressionò lo stesso Galliani che chiese a Braida se davvero fosse Shevchenko l’attaccante da prendere. “E’ da Pallone d’Oro“, così Braida ha dissipato ogni dubbio in Galliani che spese 25 milioni di dollari per prendere un attaccante leggendario.
Arrivato nell’estate del 1999, Shevchenko vinse con il Milan una Champions League, uno Scudetto, una Supercoppa Europea, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, segnando 175 gol in 322 presenze tra il 1999 e il 2006 e la stagione 2008-09, quella del suo ritorno in prestito dal Chelsea. Sia Galbiati che Braida ci avevano giusto. Non solo Shevchenko era da Milan ma anche da Pallone d’Oro, trofeo che vinse nel 2004. Lo scorso febbraio, infine, il Milan lo ha inserito nella sua Hall of Fame insieme a Baresi, Van Basten e Inzaghi. Li dove merita di stare … per sempre.