Il tecnico rossonero, che sembra aver trovato la quadra dopo l’inizio shock, ha avuto un duro confronto con la dirigenza: i dettagli
Due terremoti. Di stampo diverso, accaduti ad una settimana di distanza l’uno dall’altro ma entrambi alla prima gara di campionato delle rispettive squadre. Quanto accaduto in quel di Rennes nel giorno di Ferragosto e a San Siro 8 giorni dopo ha segnato profondi cambiamenti nel percorso (di mercato e non solo) di Marsiglia e Milan.
Nell’incredibile gara giocata dalla formazione di Roberto De Zerbi, i ragazzi del tecnico bresciano non hanno saputo approfittare dell’inferiorità numerica degli avversari (in 10 dal 31′ del primo tempo) subendo addirittura il gol della sconfitta nel primo minuto di recupero. Quanto accaduto negli spogliatoi dopo il match (la violentissima rissa tra Adrien Rabiot e Jonathan Rowe) ha comportato l’allontanamento di entrambi i giocatori dal club francese. E qui ha iniziato ad entrare in gioco il Milan.
Impegnata contro la matricola e neopromossa Cremonese nel match d’esordio di Max Allegri sulla panchina dei rossoneri ad 11 anni e mezzo di distanza dall’ultima volta, la squadra rossonera è incappata in una clamorosa sconfitta interna, facendo scattare l’allarme sulla necessità di intervenire sul mercato.
Approfittando di altri 11 giorni di contrattazioni aperte, e di quanto accaduto a casa della società transalpina, il tecnico toscano ha intravisto la possibilità di riavere anche al Milan uno dei suoi fedelissimi nella non troppo felice esperienza di ritorno sulla panchina della Juve. Quella interrotta poco prima della fine della terza stagione il giorno dopo la vittoriosa finale di Coppa Italia.
Milan-Rabiot, il tecnico ha messo alle strette la società
Oltre a cavalcare la possibilità (poi rivelatasi non praticabile) di strappare Dusan Vlahovic – altro giocatore da lui avuto alla Juve – al club bianconero, il livornese ha iniziato a spingere per il possibile colpo Rabiot, approfittando della tensione scatenatasi a Marsiglia per il comportamento del ‘Duca‘.
Spinto anche da buona parte della stampa che chiedeva a gran voce alla dirigenza di accontentare le richieste dell’allenatore dopo la partenza shock in campionato, il DS Tare e il resto della dirigenza, con Giorgio Furlani in testa, tornarono sui propri passi.
Già perché l’idea di questi ultimi era quella di prendere, nelle battute finali del mercato, Hans Nicolussi Caviglia, il centrocampista di scuola Juve in uscita dal retrocesso Venezia e poi finito alla Fiorentina proprio negli stessi giorni in cui Allegri, deciso ad alzare la voce ‘contro’ la sua società, ha deciso di puntare i piedi. Chiedendo con forza di chiudere il colpo Rabiot. Detto fatto. E i risultati, da quando il francese è in forza al Milan, si vedono…
