Una storia davvero breve per il giocatore, che ha segnato un’epoca: addio al Diavolo dopo quaranta partite e otto gol realizzati
Ormai da anni la Serie A non può considerarsi il campionato più importante d’Europa. Lo è stato in passato, ma adesso la Premier League è decisamente un gradino avanti. Ci sono però anche altri club che hanno la possibilità di fare investimenti che nessuna delle big italiane può permettersi.
In Bundesliga, il Bayern Monaco fa la voce grossa come in Spagna la fanno da anni il Barcellona, il Real Madrid e l’Atletico Madrid. Portarsi a casa i giocatori più forti per Inter, Juventus, Milan e Napoli è così diventato impossibile. Oggi si fanno altri investimenti: o si punta sui giovani con la consapevolezza che prima o poi potranno andare altrove o sugli scarti delle grandi d’Europa. E’ dura da digerire ma è ormai questa la realtà dei fatti.
Succede, dunque, che Luka Modric e Kevin De Bruyne sbarchino in Italia solamente quando la loro carriera è ormai sul viale del tramonto. I due giocatori stanno facendo davvero bene e tutti gli appassionati di calcio non possono far altro che esultare, ma in passato non è sempre andata così bene.
Milan, una scommessa persa: prima i fischi poi la standing ovation

Il Milan di ‘scommesse’ del genere nella sua recente storia ne ha fatte davvero parecchie. Molte sono andate più che bene: basti pensare ad Olivier Giroud e Zlatan Ibrahimovic, che sono riusciti a fare la differenza come sta facendo il croato, ma non sempre è andata bene.
Facendo un tuffo nel passato, tutti ricorderanno con piacere l’arrivo di Ronaldinho. Il Pallone d’Oro non era chiaramente all’apice della carriera. Il calcio forse non era proprio il suo primo pensiero, ma è riuscito comunque a deliziare la platea di San Siro in diverse partite.
Un altro ex Barcellona brasiliano, vincitore anche lui del Pallone d’Oro, invece, non è riuscito a fare così bene. Stiamo chiaramente parlando di Rivaldo, che fece il suo esordio al Trofeo Berlusconi il 18 agosto 2002. Dieci giorni dopo ci fu quello ufficiale in Champions contro lo Slovan Liberec. In Serie A, invece, servì aspettare il 14 settembre per vederlo nel 3 a 0 inflitto al Modena.
L’avventura in rossonero si chiuse l’anno successivo, tra incomprensioni tattiche e fischi di un esigente San Siro: l’ultima partita giocata fu così quella dell’1 ottobre contro il Celta Vigo. In 40 match Rivaldo segnò otto gol, ma riuscì ad arricchire il proprio palmares con la conquista della Champions League, della Coppa Italia e della Supercoppa Europea. Prima di salutare l’Italia, quello che stadio che l’aveva spesso criticato, gli riservò una standing ovation. L’ultimo saluto ad un campione che al Milan arrivò troppo tardi.