Il coach del tennista toscano è tornato sul derby tutto italiano tra il suo allievo e Jannik Sinner: il giudizio è inappellabile
Per quanto molto differenti sia sotto il punto di vista dell’età, che dei titoli vinti in carriera, che dello stesso modo di stare in campo, Novak Djokovic e Lorenzo Musetti hanno condiviso un percorso simile nei tornei del Grande Slam del 2025.

Non tanto dal punto di vista dei risultati ottenuti (il serbo è arrivato in semifinale in tutti e 4 i Major, mentre ‘Muso‘ ci è riuscito soltanto al Roland Garros e agli Us Open) quanto nelle personificazioni dei rivali che hanno interrotto il loro cammino ad un passo dall’ultimo atto.
Carlos Alcaraz è stato il giustiziere dell’azzurro a Parigi, e del nativo di Belgrado a New York, mentre Jannik Sinner ha estromesso dalla contesa lo slavo al Roland Garros e il connazionale a Flushing Meadows. Dominatori incontrastati del circuito da inizio 2024, i due fenomeni generazionali non hanno lasciato scampo né al vecchio leone, che ancora sogna di conquistare il 25esimo Slam di una carriera fantascientifica, né al rampante carrarino, protagonista comunque di una stagione coi fiocchi.
Parlando, ai microfoni della rivista ‘Undici’, del percorso del suo assistito in un 2025 che ha visto Musetti conquistare la finale a Monte Carlo e la semifinale a Madrid, Roma, Parigi e appunto New York, il coach Simone Tartarini ha dato la sua interpretazione sulla dura sconfitta patita dal toscano per mano dell’altoatesino nel penultimo atto del torneo americano.
Tartarini e i problemi di Musetti sul cemento: parole chiare
“Sul ‘duro’ Lorenzo ha un po’ un pregiudizio mentale. Quindi secondo me non è tanto il giocatore tra Alcaraz e Sinner ad aver fatto la differenza, ma la superficie. Con Jannik ha sofferto tanto perché sul cemento non si sente a suo agio come sulla terra, dove invece ha trovato Carlos. Quindi è un problema di convinzione, di consapevolezza“, ha esordito il coach.

“Agli US Open è partito troppo male contro Sinner: il primo set è stato un disastro. Nel secondo parziale poteva cambiare tutto perché ha avuto diverse chances per fargli il break. Ma quelle occasioni le ha gestite male. Sapeva di essere lui a rincorrere e non si sentiva tranquillo. Aggiungiamoci pure il fatto che Sinner è stato come sempre di una solidità impressionante. Fare punto contro di lui in quei casi è difficilissimo. Per me il problema non è stato a livello tecnico o tattico, era bloccato mentalmente. Abbiamo preso uno schiaffone ma questo ci ha fatto capire che per alzare l’asticella c’è bisogno ancora di tanto lavoro“, ha concluso Tartarini.