La telefonata che ha spezzato un sogno, la rivelazione che ha commosso tutti in casa Milan

Una telefona improvvisa e una grande ambizione che svanisce. Ora i tifosi del Milan sanno davvero come è andata

I ribaltamenti di fronte sono all’ordine del giorno nel mondo del calcio. Quante volte, una decisione improvvisa ha cambiato il destino delle squadre e le carriere dei giocatori.

Massimo Ambrosini con le mani sul volto
La telefonata che ha spezzato un sogno, la rivelazione che ha commosso tutti in casa Milan – milanweb.it (Foto Ansa)

Il calciomercato è pieno di storie e retroscena simili, rivelati dagli stessi protagonisti a distanza di tempo dalle trattative che li hanno coinvolti. E’ incappato in una situazione simile anche un ex capitano del Milan che ha svelato come è avvenuto il suo addio alla squadra in cui ha militato ininterrottamente dal 1998 al 2013 con 492 presenze complessive e 36 gol segnati in tutte le competizioni.

In pochi, nella storia del Milan, possono vantare uno score come quello di Massimo Ambrosini. Ha vinto tutto in rossonero, l’ex centrocampista cui però è rimasto il rimpianto di aver concluso l’esperienza con il club in modo davvero brusco e senza raggiungere un altro traguardo davvero significativo da affiancare ai tanti trofei conquistati con Ancelotti e Allegri in panchina.

Massimo Ambrosini e quella telefonata inattesa, così è stato sancito il suo addio al Milan

L’ultima stagione di Ambrosini al Milan, quella 2012-2013, si conclude con la qualificazione in extremis in Champions League grazie alla vittoria ottenuta in rimonta all’ultima giornata a Siena (1-2). Una partita nella quale Ambrosini venne anche espulso, lasciando i suoi in dieci prima della rimonta nel finale sancita dal gol decisivo di Mexes.

Il giorno dopo vado in vacanza e chiamo Adriano Galliani. Per me non era concepibile che lasciassi il Milan“, inizia così il racconto di Ambrosini a Radio Serie A. L’allora capitano rossonero era in scadenza di contratto e attendeva la decisione del club per il rinnovo annuale. La sua volontà era chiarissima, meno quella della dirigenza. Passano i giorni e non si smuove nulla poi arriva la telefonata di Galliani che infrange il suo desiderio.

Massimo Ambrosini con Pirlo e Seedorf
Massimo Ambrosini e quella telefonata inattesa, così è stato sancito il suo addio al Milan – milanweb.it (foto Ansa)

Dopo due settimane di sì e no, ero in riva al mare a Pesaro e mi arriva la chiamata di Galliani. [Guarda Massimo …]“, da queste parole Ambrosini intuisce subito quale sarà il suo destino. L’addio era sancito, un epilogo che abbatte l’ex calciatore. “Ero tristissimo, ho finito a 492 presenze e il mio sogno era arrivare a 500. Non era tanto quello. Io non mi vedevo altrove. C’è stata una gestione poco attenta. E’ giusto che pensassero ad altro ma era anche giusto che me lo comunicassero in modo diversa”, questa l’amara considerazione dell’attuale commentatore di DAZN e Prime Video.

Dopo l’addio al Milan, Ambrosini gioca la sua ultima stagione della sua carriera alla Fiorentina. Nel match che oppone i rossoneri ai viola a San Siro, l’ex capitano rossonero viene schierato titolare da Montella. Esce per infortunio durante il primo tempo e rivolge un ultimo saluto alla Curva Sud che gli aveva tributato una calorosa accoglienza e uno striscione con su scritto: “18 anni di gloriosa carriera, hai inciso il tuo nome nella storia rossonera. Più che un saluto oggi ti dedichiamo il giusto tributo”. Un’allusione evidente quest’ultima a un addio che meritava di essere ben diverso per il contributo dato da Ambro ad annate irripetibili della storia del Milan.

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